Il “sorriso Gucci”: il brand del lusso per eccellenza sceglie un sorriso visibilmente non estetico per propagandare la sua ultima linea di cosmetici.
Nella nuova campagna pubblicitaria di Gucci campeggia il sorriso con gli spazi vuoti di due agenesie degli incisivi laterali della rockstar punk e modella Dani Miller.
L’evidente imperfezione del “sorriso Gucci” fa notizia. Il profilo Instagram della maison di moda fa oltre 700mila likes, oltre 10 volte i likes che normalmente raggiungono i suoi post. L’obiettivo di far notare il nuovo lipstick molto più di quanto farebbe un sorriso armonioso e regolare è raggiunto.
Il giorno seguente i media del settore parlano di “celebrazione dell’imperfezione”.
La scelta del termine “imperfezione” per definire il “sorriso Gucci” è piuttosto calzante.
Non stiamo in effetti parlando di una “malattia” dei denti, piuttosto di quella che possiamo chiamare una “variante anatomica”.
Non stiamo in effetti parlando di una “malattia” dei denti, piuttosto di quella che possiamo chiamare una “variante anatomica”.
L’agenesia bilaterale degli incisivi laterali superiori è un evento relativamente frequente. Da un punto di vista di funzione masticatoria un’agenesia di questo tipo non ha sostanzialmente impatti di nessun genere sulla salute. In altre parole la paziente della foto è definibile come sana dal punto di vista orale.
Il tema ovviamente è l’impatto estetico del sorriso sul benessere psicofisico. Un’intervista disponibile sul web alla modella della campagna di Gucci rivela una lunga storia di sofferenza psicologica per le prese in giro da quando era bambina.
Ma la piccola paziente nel suo percorso umano è diventata una rockstar punk.
Il suo difetto diventa un punto di forza ostentato, l’ostentazione dell’imperfezione che la campagna pubblicitaria ha genialmente utilizzato.
È importante sottolineare come una situazione di questo tipo, proprio perché caratterizzata da uno stato iniziale antiestetico ma di salute in senso clinico, quando trattata richieda una gestione specialistica molto accurata.
L’obiettivo è assolutamente di raggiungere un risultato estetico che non determini nel tempo un peggioramento funzionale e biologico. Attualmente le opzioni di trattamento delle agenesie degli incisivi laterali sono due. La prima è la chiusura degli spazi con un cosiddetto “camouflage” protesico ricostruttivo. La seconda ipotesi è l’apertura degli spazi con l’utilizzo o di protesi adesive (cosiddetti ponti “Maryland”) o di impianti osteointegrati a sostenere le corone protesiche che sostituiranno gli elementi mancanti. Importante il fatto che eventuali impianti osseointegration debbono essere inseriti solo a crescita facciale ultimata, in genere abbondantemente oltre i 20 anni di età. L’inserimento precoce di impianti determina infatti alterazioni a livello della crescita dell’osso di supporto. Queste alterazioni possono risultare in effetti poco estetici.
A parità di condizioni anatomiche favorevoli la chiusura degli spazi appare essere la soluzione più biologicamente compatibile a lungo termine con uno stato di salute complessivo della bocca. Condizioni anatomiche specifiche possono però rendere la chiusura degli spazi non realizzabile in molti casi.
In tutte queste terapie il ruolo di un’attenta gestione interdisciplinare è fondamentale.
Il paziente con agenesie, non soffrendo di una malattia dentale o gengivale ma di quella che in sostanza è una “variante anatomica” per nessun motivo deve trovarsi a fine trattamento con condizioni biologiche di salute dentale o parodontale (le gengive) peggiori di quelle con cui ha iniziato.
Da molti anni ci occupiamo di gestire questo tipo di “imperfezioni”.
Nel 2005 abbiamo pubblicato dati a lungo termine sulle alternative terapeutiche nel trattamento delle agenesie. Se l’opzione “spazi aperti” del sorriso Gucci sia, al di là di una efficacissima strategia di comunicazione, anche una futura tendenza fashion è compito che va al di là delle competenze cliniche…
Parla alla tua mente