Parodontologia

La parodontologia si occupa della cura e della prevenzione della malattia parodontale, più comunemente detta “parodontite” o ancor più nota tempo fa come “piorrea”. La parodontite è in termine scientifico l’infiammazione del parodonto, cioè di tutto quello che sta intorno alle radici dei denti (gengive, legamenti alveolo-dentari, alveoli e apparato osseo). Infiammazione dovuta quasi sempre ad una scarsa o errata igiene dentale che, se protratta nel tempo, si cronicizza causando il distacco delle gengive dai denti e dando luogo alla formazione della cosi dette “tasche parodontali” che a loro volta determinano danni a carico dell’osso alveolare con la conseguente riduzione della sua altezza. Se avviene la cronicizzazione i denti cominciano a vacillare e se non si interviene con urgenza e con metodi adeguati sarà inevitabile la caduta dei denti interessati.

La parodontologia nello Studio Poggio

Da sempre consideriamo la salute parodontale  come il passo prioritario e fondamentale per la cura della salute della bocca dei nostri pazienti. In assenza di un buon controllo della placca batterica e dell’infiammazione gengivale conseguente le terapie odontoiatriche sono inevitabilmente destinate all’insuccesso.

Il dr. Carlo Poggio è Socio Attivo della Società Italiana di Parodontologia ed Implantologia (SIdP), associazione scientifica di riferimento in Parodontologia. Il titolo di socio attivo viene conferito dopo presentazione ed esame di terapie cliniche effettuate dal candidato, da parte di un’apposita commissione di valutazione. Su oltre 1000 soci,  circa 100 hanno raggiunto la qualifica di “Attivi”. I Soci Attivi della SIdP, in assenza di un titolo accademico italiano di “Specialista in Parodontologia”, sono  riconosciuti come equiparati a tale titolo dalla Federazione Europea di Parodontologia (EFP).

Domande chiave

Quali sono i sintomi premonitori della malattia parodontale?
I sintomi premonitori della parodontite sono:

  • l’infiammazione gengivale, riguardante circa il 50% degli adulti, che inizia molto spesso con il semplice sanguinamento delle gengive durante la pulizia quotidiana dei denti o durante la masticazione di cibi particolarmente solidi;
  • il tumefarsi delle gengive, che diventano sempre più sensibili al contatto dello spazzolino e del cibo;
  • l’alitosi, cioè il fiato puzzolente e la distorsione della sensibilità gustativa;
  • l’ apparente allungamento dei denti (determinato dalla ritrazione delle gengive e dal riassorbimento osseo).

Quali possono essere le cause principali che favoriscono l’insorgere della parodontite?
Le cause principali della malattia parodontale sono:

  • una cattiva igiene orale, con conseguente aumento della placca batterica che arriva ad insinuarsi sempre più in profondità, quasi a mo’ di cuneo, tra le gengive e la superficie radicolare dei denti e diviene in tal modo sempre meno aggredibile dallo spazzolino e dal filo interdentale;
  • una predisposizione genetica, cioè un sistema immunitario non sufficientemente sviluppato e in grado di poter aggredire la flora batterica interessata;
  • il diabete mellito, se non adeguatamente compensato;
  • la cattiva abitudine al fumo.

Quali altri rischi possono essere associati alla parodontite, oltre la perdita dei denti?
I principali rischi correlati alla parodontite sono:

  • un’eventuale peggioramento dell’osteoporosi;
  • una maggiore predisposizione alle affezioni dell’apparato respiratorio;
  • un aumento del rischio per lo shock apoplettico;
  • un aumento del rischio per l’infarto cardiaco;
  • un aumento del rischio di parto prematuro:
  • il peggioramento del diabete mellito.

Quali e quante sono le fasi per la diagnosi e la cura della malattia parodontale?
La prassi per il trattamento di tutti i pazienti affetti da malattia parodontale prevede una fase diagnostica per una valutazione il più possibile completa dello stato di salute delle gengive e delle strutture di supporto dei denti. Questa valutazione prevede innanzitutto la raccolta di una serie di misure tramite il cosiddetto “sondaggio parodontale”, ovvero la misurazione con strumenti calibrati di una serie standard di parametri su ogni dente (la profondità del solco formato tra gengiva e superficie del dente, la eventuale retrazione del margine della gengiva rispetto alla posizione originale, la mobilità dentale ed altri ancora). Successivamente avviene l’esecuzione di radiografie secondo protocolli che consentano una valutazione precisa dei rapporti esistenti a livello dei tessuti scheletrici e delle radici dei denti. Le informazioni raccolte in prima visita servono ad orientare verso il tipo più indicato di terapia preliminare o iniziale, ovvero il controllo dell’infiammazione presente e attiva. La terapia iniziale prevede di norma la rimozione della placca batterica e del tartaro presenti a livello sopra e sottogengivale nel corso di uno o più appuntamenti a seconda delle situazioni (in genere 4 appuntamenti in un paziente con un problema parodontale diffuso. Successivamente a questa fase iniziale avviene una fase diagnostica di rivalutazione, in cui i parametri già valutati e misurati in prima visita sono nuovamente analizzati per una valutazione diagnostica di confronto con il quadro iniziale. Nella gran parte dei pazienti la terapia iniziale è in grado di produrre miglioramenti rilevanti. Laddove permangano delle lesioni sopratutto a livello osseo, conseguenza della precedente malattia parodontale non curata sarà necessaria una ulteriore fase di terapia di correzione dei difetti ancora presenti. Le terapie parodontali a questo punto prevedono una contemporanea valutazione delle eventuali ulteriori necessità terapeutiche di ogni paziente (eventuali mancanze di denti, precedenti terapie con problemi etc.). Infine il mantenimento nel tempo tramite la cosiddetta terapia parodontale di mantenimento è un requisito indispensabile per il successo a lungo termine.